
Descriptions Etrusco: una lingua Anatolica dalla morfologia arcaica e un lessico Semitico: (Compilationes) gratis
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Il fatto che l'Etrusco sia una lingua Indoeuropea e più propriamente Anatolica caratterizzata da una morfologia arcaica, ma dotata di un lessico semitico, rappresenta la tesi del libro. E tutto questo sulla base di solide evidenze linguistiche e storiche.
La lingua etrusca sembra affondare le sue radici nella prima metà del II millennio a.C., allorchè mercanti Assiri di lingua semitica si insediarono in Anatolia Centrale, organizzando su quel territorio una vasta rete commerciale a vantaggio delle due Comunità. I testi cuneiformi da essi lasciati testimoniano una presenza di 35 insediamenti grandi e piccoli (kārums e wabartums) di commercianti Assiri in varie località dell'Anatolia per più di due secoli (1950-1719 ca).
Questi mercanti risiedevano in enclave legalmente autonome, protette e regolamentate dalle Autorità locali, erano consapevoli di essere eredi e portatori di una civiltà più evoluta ed hanno continuato ad usare in famiglia la lingua originaria Assira, pur vivendo immersi nel composito universo linguistico Anatolico. Le tavolette con la scrittura cuneiforme da essi prodotte e oggi tornate alla luce, rappresentano l'inizio della scrittura in Anatolia. Qui gli Anatolici impararono a leggere e scrivere per la prima volta e dal contatto con l'antica tradizione mesopotamica perfezionarono la capacità di rinsaldare e amministrare uno stato oltre ad apprendere le fondamenta di sistemi legali e burocratici. Non a caso gli Assiri si riferivano ai nativi chiamandoli nuwā'um: (A Concise Dictionary of Akkadian 2000 p. 259): “...nuwā'um “unintelligent; barbarian” OldAkkad. as desig. of native Anatolians; Middle/NeoBab “stupid (person); nuwā'uttum in n. epāšum “to carry out affairs of natives”.
I testi cuneiformi rivelano e documentano, tra l'altro, un susseguirsi per almeno 6 o 7 generazioni di famiglie miste, assiro-anatoliche, bilingui. Famiglie che è logico supporre siano rimaste poi in Anatolia anche dopo la fine del periodo kārum in quanto ormai facenti parte a pieno titolo della locale popolazione anatolica come altri gruppi e minoranze etniche. Una minoranza etnica che rimase legata alla terra di origine mantenendone per generazioni il patrimonio lessicale, pur integrandolo nel diverso ambito morfologico delle lingue anatoliche.
Dal punto di vista linguistico, infatti, la difficoltà fino ad ora riscontrata di inserire la lingua etrusca in una famiglia linguistica conosciuta nasce proprio dalla peculiarità della stessa. Essa infatti, pur rivelando una impronta Indoeuropea che consente di collocarla insieme alle altre lingue Anatoliche del II millennio a.C., si differenza da queste per uno stadio morfologico ancora arcaico. Il lessico poi, in maniera del tutto evidente, non è vicino a nessuna lingua Anatolica antica, ma a nostro avviso è riconducibile al patrimonio lessicale Accadico, laddove il vocabolario dialettale Assiro sembra essere prevalente. Una affermazione motivata anche dalla comparazione di circa 20 forme morfologiche e 100 voci lessicali etrusche con forme e voci di lingue del Vicino Oriente, qui indagate.
E' d'altronde cosa nota tra i glottologi che alcune lingue, senza rinunciare al proprio lessico, “sono diventate” nel corso del tempo Indoeuropee nella morfologia e nella sintassi.
E' da tener presente che oggi gli Studiosi di Etruscologia ritengono verosimile il fatto che i primi nuclei di coloni siano giunti in Etruria dall'Anatolia intorno al 1200/1100 a.C., all’indomani della caduta dell’impero Ittita che controllava tutta l’Anatolia centrale e al crollo dell’impero Miceneo che controllava l’Egeo.
A corredo e conclusione del quadro sopra delineato, nel libro si tratteggiano anche quelle che sono le coincidenze e somiglianze culturali, sociali e genetiche tra gli Etruschi e le antiche popolazioni dell'Anatolia.
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